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Attualità

La donna delle pulizie può farti causa anche 5 anni dopo: il motivo è questo

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Emiliano Fumaneri

Anche a distanza di cinque anni la signora delle pulizie può fare causa al suo datore di lavoro. C’è un motivo ben preciso.

Spesso succede che serva il supporto di una signora nel disbrigo delle faccende domestiche. Non sempre è possibile però assumerla. Capita così di ricorrere a una signora delle pulizie “pagata a ore”. In altre parole si assolda una persona che accetti di prestare servizio al di fuori di un regolare contratto di lavoro.

Anche dopo diverso tempo la signora delle pulizie può fare causa – agora24.it

In casi come questi, è cosa nota, si fa ricorso al sistema del passaparola tra amici e vicini di casa. Di solito è una cara e vecchia amica a suggerire il nome della fidata signora che ormai da tempo si reca a casa sua alcune volte alla settimana. Con una retribuzione ovviamente in “nero”. Capita così che dopo un fisiologico periodo di prova si decida di avviare un rapporto di collaborazione fissa.

Naturalmente anche in questo caso non si stipula alcun regolare contratto di lavoro. Si sigla un accordo sulla base di una paga a ore.  Ma cosa comporta questa scelta? Quali sono i rischi che si corrono sul piano civile?

Signora delle pulizie, ecco perché può fare causa anche cinque anni dopo

Un’ordinanza emessa qualche anno fa dalla Cassazione (nel 2017 per la precisione) ha spiegato cosa si rischia a non mettere in regola la domestica pagata a ore. La cosa da sapere è che la donna di servizio che non viene regolarizzata può fare causa al suo “datore di lavoro” in qualunque momento e fino a 5 anni dopo il termine del rapporto di lavoro per farsi pagare retribuzioni, ferie e indennità non corrisposte.

Si rischia non poco a tenere in nero una signora delle pulizie – agora24.it

Senza contare che quasi certamente, come è prassi in queste situazioni, i pagamenti sono sempre e comunque avvenuti in contanti per non lasciare traccia. Questa “invisibilità” dei pagamenti però può ritorcersi contro nel corso di una causa. Non essendoci traccia dei pagamenti da parte del datore di lavoro, questi potrebbe vedersi condannare a versare una seconda volta tutte le retribuzioni dovute alla signora della pulizia dall’inizio alla fine del rapporto lavorativo.

La domestica senza regolare contratto di lavoro potrebbe oltretutto avvalersi di una prova testimoniale: quella delle colleghe dello stesso palazzo in cui ha prestato servizio o dei familiari soliti accompagnarla e recuperarla sul luogo di lavoro. Le testimonianze possono benissimo supplire alla mancanza di un documento scritto per certificare l’esistenza di un rapporto di lavoro. 

In sostanza, anche quando manca la “pistola fumante” di un documento scritto, la signora delle pulizie può far comunque valere i suoi diritti. Anche se il datore di lavoro si fosse sempre fatto firmare delle ricevute, una simile precauzione non basterebbe a evitargli la sanzione per il lavoro nero, incluso il pagamento dei contributi e delle eventuali ferie non corrisposte. 

Emiliano Fumaneri

Veronese di nascita, ho vissuto molti anni in Trentino-Alto Adige (Merano, Trento, Rovereto). Vivere in una regione di confine così ricca di storia e di strazi ha suscitato in me la passione per le lingue straniere e la curiosità per culture e costumi differenti. Mi appassionano anche la geopolitica e le tematiche ambientali.

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