L’AdI, Assegno di Inclusione, non prevede l’obbligo di trovare lavoro per tutti i percettori. Approfondiamo le direttive della misura.
L’Assegno di Inclusione ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza nel 2024 insieme al Supporto per la Formazione e il Lavoro. La domanda di accesso alla prestazione non è sufficiente, occorre firmare il Patto di Attivazione Digitale. Cosa comporta?
La Premier Giorgia Meloni si è sempre dimostrata ostile al Reddito di Cittadinanza considerando il sussidio inutile e immorale, una sorta di paghetta erogata mensilmente che non ha ridotto la disoccupazione in Italia. Ha così cancellato la prestazione sostituendola con due misure più adatte allo scopo, sostenere economicamente i cittadini in difficoltà e spronarli alla ricerca di un lavoro.
L’Assegno di Inclusione, nello specifico, si rivolge ai nuclei familiari con all’interno almeno un componente minorenne o un over 65, un disabile o un soggetto in condizioni di svantaggio sociale. Soddisfacendo determinati limiti reddituali e patrimoniali si possono ottenere circa 480 euro al mese. Altra condizione necessaria è sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale con registrazione al SIIL, il nuovo sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa che trasmette i dati al Centro per L’impiego di competenza.
Percettori AdI, tutti sono obbligati alla ricerca del lavoro?
Il PAD è un accordo indispensabile per ottenere l’Assegno di Inclusione. Permette di avviare un percorso di inclusione sociale o lavorativa in base alla propria condizione. Sottoscrivendo il Patto di Attivazione Digitale le famiglie rendono note le informazioni per poter avviare un percorso loro dedicato, di accompagnamento al lavoro o inclusione sociale collaborando con INPS e servizi sociali. Solo i membri del nucleo familiare considerati occupabili, dunque, verranno avviati verso il mondo del lavoro.
Alcune categorie di individui sono esonerati ossia i titolari di pensione diretta e gli over 60 dato che dovrebbero avere una situazione economica stabile oppure essere già inseriti in programmi di assistenza previdenziale. L’esonero vale anche per i membri con disabilità, i componenti affetti da patologie oncologiche, i membri con carichi di cura e i soggetti coinvolti in percorsi di protezione contro la violenza di genere.
Chi si trova in situazioni particolarmente complesse o vulnerabili, dunque, può accedere ai benefici dell’Assegno di Inclusione senza sottoscrivere il PAD e impegnarsi in un percorso lavorativo. Tutti gli altri componenti del nucleo – disoccupati maggiorenni non impegnati in corsi di studio – dovranno, invece, intraprendere il percorso di inserimento lavorativa. Chi ha tra i 18 e i 29 anni è non ha adempiuto agli obblighi di istruzione, infine, prima di cercare lavoro dovrà frequentare corsi di istruzione per adulti di primo livello.