Qualche mese fa, i giudici della Corte di Cassazione si sono espressi in merito ad una multa rilevata con autovelox: la sentenza della Suprema Corte.
A partire dagli anni ’70, le forze dell’ordine italiane sono state dotate di apparecchi per la rilevazione della velocità sulle strade. Sistemi che, con il passare del tempo, sono diventati più affinati e si sono moltiplicati in tutto il territorio. Basta pensare che l’Italia è prima in Europa per numero di misuratori installati.
Proprio sugli autovelox, di recente, si è espressa la Corte di Cassazione con una sentenza relativa ad una multa comminata per eccesso di velocità. Nel dettaglio, la Suprema Corte ha annullato la sanzione poiché l’apparecchio con il quale era stata rilevata risultava essere approvato, ma non omologato.
Le multe rilevate attraverso autovelox non omologati non sono valide. Questo è quanto hanno stabilito i giudici della Corte di Cassazione con la sentenza n° 10505/2024.
Gli Ermellini hanno accolto, come riporta la redazione di Al Volante, il ricorso presentato dall’avvocato Andrea Nalesso in relazione ad una multa per eccesso di velocità rilevata da un autovelox installato lungo la tangenziale di Treviso. Lo stesso legale era stato sanzionato poiché, stando a quanto rilevato, procedeva ad una velocità di 97 km/h in un tratto dove il limite imposto era di 90 km/h.
Secondo quanto sostenuto da Nalesso, però, l’apparecchio di rilevazione dei limiti di velocità risultava essere approvato e non omologato, ricorso accolto dalla Suprema Corte che ha annullato la multa confermando la sentenza di primo grado.
Molto spesso, approvazione e omologazione vengono utilizzati come sinonimi, ma in realtà le due procedure sono differenti. La prima viene ottenuta quando l’autovelox rispetta determinate caratteristiche, non specificate dal codice della strada, ma previste dagli standard, su cui si esprime il ministero delle Infrastrutture. L’omologazione, invece, autorizza la riproduzione in serie di un dispositivo che è stato testato in laboratorio. Si tratta di una distinzione importante e sostanziale per la Suprema Corte, dato che la certificazione garantisce che l’apparecchio funziona perfettamente e con precisione.
La sentenza della Corte di Cassazione ha suscitato la preoccupazione delle amministrazioni comunali che temono una valanga di ricorsi per le multe. Attraverso le sanzioni per violazione delle norme previste dal Codice della strada, difatti, i comuni hanno incassato, solo nel 2023, circa 1,5 miliardi di euro. In cima alla classifica Milano con 147 milioni incassati, seguita da Roma con 138.
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