La scienza è riuscita a individuare il rumore che fa il silenzio: ecco i risultati di uno studio davvero affascinante.
Simon & Garfunkel ce lo cantavano già diversi decenni fa, con il capolavoro “The sound of silence”. Ebbene sì, il silenzio si può ascoltare. A scoprirlo e verificarlo lo dice proprio la scienza: andiamo a scoprire come si può ascoltare. “Enjoy the silence”, per citare un altro capolavoro, questa volta dei Depeche Mode.
La scienza, dunque, è riuscita a individuare il rumore che fa il silenzio. Le orecchie umane, infatti, possono ascoltarlo indistintamente. E, attenzione, per suono del silenzio non parliamo dell’interruzione tra un suono o un rumore e l’altro. Parliamo proprio di un tono immediatamente riconoscibile.
A fare la clamorosa scoperta, un gruppo di scienziati della Johns Hopkins University negli Stati Uniti d’America. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze, Pnas, e consta di sette esperimenti su mille volontari. Gli studiosi hanno sfruttato le illusioni uditive, che, evidentemente, sono l’equivalente sonoro e auditivo delle illusioni ottiche. Il nostro cervello, dunque, percepisce il silenzio allo stesso modo dei suoni.
Che rumore fa il silenzio?
Tra le illusioni uditive individuate dagli studiosi troviamo quella che induce il cervello degli ascoltatori a pensare che due suoni distinti siano più brevi di un singolo suono, anche se in realtà il tempo totale è lo stesso. Fondamentale, nel metodo portato avanti dagli scienziati, è il fattore della distorsione del tempo.
Gli esperimenti hanno utilizzato un doppio “beep”, facendolo seguire a equivalenti momenti di silenzio, ma anche il brusio all’interno di un locale, il vociare di una stazione ferroviaria e di un supermercato. Tutti suoni interrotti da un lungo o due brevi momenti di silenzio. Come nel caso dell’illusione originale, il silenzio ininterrotto è stato percepito come più lungo rispetto ai due silenzi spezzati: significa che le stesse illusioni uditive che si pensavano innescate soltanto dai suoni funzionano anche se ai suoni si sostituiscono i silenzi. L’assenza di suono viene processata come un suono vero e proprio.
Anche con il silenzio, dunque, si può percepire la durata del tempo. Si sente, quindi, il rumore del silenzio, proprio nel momento in cui il suono se ne va. Quindi, se reagiamo al silenzio allo stesso modo con cui reagiamo al suono, allora stiamo davvero ascoltando il silenzio. Il nostro cervello, quindi, può sentire l’assenza di suono. Ovviamente, gli studi non si fermano qui e ci auguriamo possano dare ulteriori risposte su un tema così affascinante.