Uno studio italiano ha individuato dei meccanismi che possono tenere sotto controllo il disagio. Ecco quali sono .
Il morbo di Parkinson è una malattia neuro degenerativa, che evolve in modo lento ma continuo, e che è annoverata tra i cosiddetti “disordini del Movimento”.
Questa malattia si manifesta in genere con una serie di sintomi quali perdita del senso dell’olfatto e del gusto, oppure disturbi del sonno. Non solo, sono frequenti, tra i sintomi iniziali della malattia, anche problemi intestinali, oppure rigidità nell’espressione del viso, e un forte dolore al collo che dura a lungo.
Quest’ultimo sintomo può manifestarsi con formicolio, o dolori a braccio e spalla. E ancora, scrivere diventa un processo lento e faticoso, e si comincia a far fatica a pronunciare determinate parole.
La mobilità delle braccia si riduce in modo notevole, al punto che non si riesce più a fare determinati movimenti perché il braccio non si stende a dovere. Tra gli altri sintomi ci sono anche dei cambiamenti a livello di umore e persino nella personalità.
In base a uno studio dei ricercatori dell’Università Cattolica e la Fondazione Policlinico Gemelli IRCSS, l’attività fisica intensa può frenare l’andamento della malattia.
La ricerca ha consentito di individuare un meccanismo che finora nessuno aveva scoperto prima. Nel dettaglio, riguarda gli effetti benefici dell’attività fisica sulla plasticità del cervello.
I ricercatori hanno scoperto un meccanismo tramite cui l’attività fisica praticata nelle prime fasi del Parkinson, porta effetti benefici sul controllo del movimento che possono avere effetti anche dopo che si è smesso di allenarsi.
Questo potrebbe favorire la scoperta di nuovi marcatori funzionali per sviluppare trattamenti che supportino le cure farmacologiche. I ricercatori hanno osservato, nel corso della sperimentazione, che fare un allenamento su tapis roulant per 4 settimane è stato in grado di diminuire l’espandersi di aggregati patologici di alfa sinucleina. Questi ultimi sono la causa della disfunzione a livello di neuroni tipici del Parkinson.
In sostanza, l’attività fisica genera un effetto neuro protettivo, migliora il controllo motorio. I ricercatori starebbero anche portando avanti una ulteriore ricerca per capire se l’attività fisica intensiva possa portare a scoprire nuovi marcatori per controllare il progredire del disturbo.
Gli studi proseguono dunque in questa direzione, concentrandosi sugli aspetti neuro infiammatori e neuro immuni del Parkinson, e cercando di rintracciare i meccanismi molecolari che sono alla base dei benefici dell’attività fisica su questa malattia.
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