Che cos’è il mal di testa da freddo e perché a molti viene dopo aver mangiato il gelato o un ghiacciolo? Lo spieghiamo nel dettaglio
Un dolore lancinante alla testa pochi secondi dopo aver mangiato un gelato ma anche una granita, un ghiacciolo oppure dopo aver bevuto una bevanda ghiacciata. È il cosiddetto mal di testa da gelato che identifica il disturbo, una specifica forma di cefalea, che si manifesta soltanto in seguito al consumo di alimenti molto freddi. Esiste un nome scientifico per identificare questo disturbo ovvero neuralgia sfenopalatina.
Questo perché si tratta di un dolore di origine nervosa che va ad interessare un fascio di nervi chiamato, per l’appunto, sfenopalatino, e che va a trasmettere sensazioni dal palato al cervello. Si sviluppa molto rapidamente qualora si consumino con eccessiva velocità cibi molto freddi ma altrettanto in fretta tende a scomparire e solo in rari casi può arrivare a durare diversi minuti.
Chiamato anche ‘cervello congelato’, ‘cervello ghiacciato’ o, per usare un inglesismo, ‘brain freeze’ è stato riconosciuto ufficialmente solo nel 1988 dall’International Headache Society; in realtà se ne parlava già da oltre un secolo e al disturbo era stato assegnata la definizione di “mal di testa da stimolo freddo”. Il ‘trigger’ ovvero l’innesco, è un qualsiasi stimolo freddo: oltre all’assunzione di alimenti ghiacciati anche l’esposizione della testa al freddo improvviso, che sia l’aria gelida o l‘acqua ghiacciata di un fiume, può avere i medesimi effetti di dolore alla testa della durata di alcuni secondi.
Si ipotizza, anche se non vi sono ancora certezze, che la reazione rappresenti una sorta di meccanismo di difesa del cervello, che essendo molto sensibile ai repentini cambiamenti di temperatura corporea si difende mediante una rapida dilatazione dell’arteria cerebrale anteriore. Lo scopo è incrementare l’afflusso, nell’area cerebrale, di sangue caldo e ad essa fa seguito, una volta ristabilite le condizioni normali, una costrizione; ma il restringimento impiega più tempo della dilatazione e questo provoca la sensazione di fastidio/dolore alla testa.
Come spiegato in precedenza, la durata del mal di testa da gelato è di pochi secondi o al massimo di alcuni minuti e solo raramente può evolvere in un vero e proprio lungo attacco di emicrania. Il dolore può essere avvertito sia al centro della fronte che nelle tempie (entrambe o una sola) o ancora nella regione retro orbitaria e temporale. Il dolore può essere ‘fisso’ o ‘pulsante’: non è difficile riconoscerlo perché nell’arco di una ventina di secondi raggiunge il picco per poi scomparire nel medesimo arco di tempo.
Si tratta di un’innocua forma di cefalea che viene a risolversi spontaneamente pertanto non occorre assumere farmaci particolari. Tra i rimedi consigliati per alleviare il dolore vi sono l’assunzione di liquidi a temperatura ambiente, riscaldare l’area premendo la lingua contro il palato. O ancora respirare rapidamente dopo aver coperto con le mani naso e bocca così da incrementare il flusso di aria calda sul palato.
In alcuni casi massaggiare l’attaccatura del naso oppure reclinare la testa all’indietro potrebbe comportare sensazioni di sollievo. Prevenire è però meglio che curare: pertanto il consiglio è quello di consumare qualsiasi bevanda o alimento ghiacciato molto lentamente ed ingerendone solo piccole quantità.
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